una ricerca termografica sulle emozioni del pubblico al cinema.
domenica 26 ottobre 2008
SI COMINCIA.
Giovedì 30 ottobre alle 11.30 allo Spazio Oberdan (via Vittorio Veneto 2, Milano), ci sarà la conferenza stampa in cui verrà presentata la Cinetermografia. Con video cinetermografico in tempo reale, ma senza buffet a seguire.
Ciao a tutti, mi chiamo Giovanni Rizzo e sto preparando la mia tesi di dottorato in 'pedagogia del cinema' (per farla breve), all'univ di Milano-Bicocca. la vostra interessante ricerca mi ha richiamato alla memoria le mie letture sui primi esperimenti che si conducevano anche in italia (per tutti gli anni 50), sulle variazioni fisiologiche degli spettatori durante il film: variazione del ritmo respiratorio, coinvolgimento del riflesso fotomotore e del regime cinetico dell’occhio, battito cardiaco etc. gli esperimenti (condotti sopratutto nell'ambito della psicologia sperimentale) miravano a misurare l'influenza psicologica del film, sulle emozioni, sul comportamento, sulla percezione. questo tipo di esperimenti però hanno rivelato presto la loro inattendibilità: le variabili in gioco era troppe, bisognava mettere in conto in che stato d'animo lo spettatore arrivava alla visione, quale fosse la sua storia personale e come quindi reagisse alla visione di certe scene, bisognava considerare in compagnia di chi lo spettatore guardava il film e quindi poi il suo livello di partecipazione alla vicenda, il suo livello di - come si dice - sospensione dell'incredulità, bisognerebbe capire anche per quale scopo lo spettatore è al cinema, se è un critico o un giornalista, o se è uno che vuole distrarsi. Insomma quelle ricerche non tenevano conto (cosa impossibile) di tutte le variabili che si nascondono dietro lo sguardo di uno spettatore o di una spettatrice. il vostro esperimento quindi mi incuriosisce molto, anche se ammetto di essere - poco scientificamente - un pò scettico. In amicizia. Giovanni Rizzo
Caro amico problemi tecnici ci impediscono di risponderti con celerità nel modo dovuto. Ci sembrano molto interessanti le informazioni che ci dai, ti anticipiamo che l'innovazione della ricerca attuale è nella totale non invasività del metodo termografico che consente di ottenere informazioni sullo stato emotivo degli spettatori senza che essi ne siano in alcun modo perturbati. Inoltre la tecnica d'immagine consente una discreta statistica che dovrebbe ridurre l'impatto di fruitori accidentali come critici o venditori di noccioline. A presto
La Cinetermografia è la prima ricerca scientifica al mondo sul rapporto oggettivo tra un film e l'emozione di chi lo guarda. L'idea nasce da uno studio condotto negli Stati Uniti sullo stato emotivo di una persona sottoposta a un interrogatorio: nel 70% dei casi la termografia del viso della persona ha permesso di rivelare se stava mentendo oppure no. Noi abbiamo deciso di applicare questa tecnica al cinema, per capire come nasce e si evolve l'emozione di chi guarda un film. La ricerca verrà condotta da Nicola Ludwig, ricercatore dell'Università degli Studi di Milano, e da Thomas Pololi, studente di chimica e autore, e si svolgerà presso lo Spazio Oberdan di Milano in collaborazione con il progetto Cinema Senza Barriere dell'associazione AIACE.
NICOLA LUDWIG
Fisico, è ricercatore presso l'Università degli Studi di Milano e tra gli autori dello Spettacolo della Fisica, uno spettacolo di fisica per bambini in tournée da quattro anni.
THOMAS POLOLI
E' studente di Chimica e autore di racconti, testi radiofonici e del primo reportage sui cercatori d'oro italiani.
3 commenti:
Ciao a tutti,
mi chiamo Giovanni Rizzo e sto preparando la mia tesi di dottorato in 'pedagogia del cinema' (per farla breve), all'univ di Milano-Bicocca. la vostra interessante ricerca mi ha richiamato alla memoria le mie letture sui primi esperimenti che si conducevano anche in italia (per tutti gli anni 50), sulle variazioni fisiologiche degli spettatori durante il film: variazione del ritmo respiratorio, coinvolgimento del riflesso fotomotore e del regime cinetico dell’occhio, battito cardiaco etc. gli esperimenti (condotti sopratutto nell'ambito della psicologia sperimentale) miravano a misurare l'influenza psicologica del film, sulle emozioni, sul comportamento, sulla percezione. questo tipo di esperimenti però hanno rivelato presto la loro inattendibilità: le variabili in gioco era troppe, bisognava mettere in conto in che stato d'animo lo spettatore arrivava alla visione, quale fosse la sua storia personale e come quindi reagisse alla visione di certe scene, bisognava considerare in compagnia di chi lo spettatore guardava il film e quindi poi il suo livello di partecipazione alla vicenda, il suo livello di - come si dice - sospensione dell'incredulità, bisognerebbe capire anche per quale scopo lo spettatore è al cinema, se è un critico o un giornalista, o se è uno che vuole distrarsi. Insomma quelle ricerche non tenevano conto (cosa impossibile) di tutte le variabili che si nascondono dietro lo sguardo di uno spettatore o di una spettatrice. il vostro esperimento quindi mi incuriosisce molto, anche se ammetto di essere - poco scientificamente - un pò scettico.
In amicizia.
Giovanni Rizzo
Caro amico problemi tecnici ci impediscono di risponderti con celerità nel modo dovuto. Ci sembrano molto interessanti le informazioni che ci dai, ti anticipiamo che l'innovazione della ricerca attuale è nella totale non invasività del metodo termografico che consente di ottenere informazioni sullo stato emotivo degli spettatori senza che essi ne siano in alcun modo perturbati. Inoltre la tecnica d'immagine consente una discreta statistica che dovrebbe ridurre l'impatto di fruitori accidentali come critici o venditori di noccioline. A presto
Posta un commento